sabato 12 novembre 2016
Un altra poesia moto romantica del liceo galvani
Spesso, per ritornare alla mia casa
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata la strada.
Qui tra la gente che viene che va
Dall’Osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’ umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
Che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
non sarà mai al pari degli irti colli del carducci ,
ma ha sempre un affinità degna di ogni rispetto
Manilo Travaglini
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